L’Italia porta ancora alcuni nuovi contributi nel dibattito e nelle azioni di lotta e contrasto alle multi resistenze. Perchè? Questa è stata la domanda discussa la scorsa settimana, a Roma, al quartier generale del Senato Italiano nel corso di uno speciale convegno su: “Una nuova resistenza contro la sfida globale dei superbatteri “.
L’evento è stato riconosciuto di grande importanza dagli specialisti dell’assistenza sanitaria per il future della Sanità in Italia ed Europa e promosso dall’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti: i Valori-Sviluppo e Tutela dei Diritti ONLUS”.
Con questa iniziativa l’Associazione Culturale vuole accendere i riflettori in Italia sulla resistenza agli antibiotici e sulla rapidità delle azioni da implementare. Il Dr Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la Salute, afferma che leresistenze agli antibiotici (AMR) sono un’emergenza pubblica globale. Inoltre ha detto che «…le infezioni causate dalla resistenza antimicrobica hanno provocato circa 25 mila morti in Europa l’anno scorso. Ma la minaccia non è confinata in Europa. Questo è un problema globale che richiede una soluzione globale».
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha invitato gli Stati membri ad elaborare, entro la metà del 2017, piani d’azione nazionali di lotta alla resistenza agli antimicrobici. EFSA ed ECDC sottolineano la resistenza agli antimicrobici come un serio rischio per la salute umana ed animale.
Il principale obiettivo dell’evento di Roma è stato lo sviluppo di di forti sinergie atte a creare ogni condizione favorevole a coniugare il diritto di cura, sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana.
Mario Pinca, A.D. di Copma Azienda di servizi di sanificazione ospedaliera Italiana dichiara in proposito: “E’ indispensabile che anche le associazioni di difesa dei diritti civili stimolino i decisori politici ed istituzionali ad attivare rapidamente percorsi che possano favorire la soluzione dell’emergenza denunciata. Tuttavia si sottolinea che le azioni da intraprendere debbano essere su tutti i fronti: non basta da sola la ricerca di nuovi farmaci, occorre agire anche sui fattori che producono le multi resistenze.”
“Gli studi scientifici effettuati dai ricercatori dell’Università di Ferrara, con il contributo di Copma, dimostrano come sia possibile intervenire anche sull’ecosistema microbico migliorandone notevolmente le caratteristiche; il Sistema di sanificazione PCHS si è dimostrato di grande efficacia.”
Recenti pubblicazioni scientifiche internazionali dimostrano gli enormi passi in avanti fatti in questa direzione.
Il Presidente di Copma Alberto Rodolfi dichiara in proposito: “Abbiamo dimostrato con studi in vitro e sul campo, sviluppati in collaborazione con prestigiose Università, che con l’innovativa metodologia di sanificazione degli ambienti ospedalieri denominata Sistema PCHS, è possibile fornire una prima straordinaria risposta alla riduzione del rischio infettivo”
Mario Pinca sottolinea la rilevanza dei risultati delle ricerche pubblicate sulle riviste scientifiche internazionali ‘Plos One’ e ‘Journal of Hospital Infection’: “I risultati ottenuti dimostrano che i batteri probiotici del Sistema PCHS sono sicuri per l’uomo e per l’ambiente, non inducano farmaco resistenza, modificano l’ecosistema microbico diminuendo fino ad annullare le resistenze e non sono causa di eventi infettivi.”
“La ricerca pubblicata su Plos One del 2016 dimostra l’impatto del Sistema PCHS sulle farmaco resistenze riducendole dopo appena un mese fino a 100 volte. Il PCHS non seleziona le specie resistenti (come alcuni detergenti/disinfettanti) ma anzi le inibisce fino a farle scomparire. Inoltre dimostra che sono geneticamente stabili – non cedono né acquisiscono geni di resistenza.”
“Un’ ulteriore conferma della sicurezza dei probiotici del sistema PCHS è riportata dall’articolo pubblicato sul Journal of Hospital Infection nel quale si dimostra che, in 7 strutture sanitarie in 5 anni di applicazione del Sistema PCHS, nessun caso di infezione è causato dai probiotici PCHS su 32.135 campioni clinici.”
Il Presidente di Copma Rodolfi afferma che “creare, con il Sistema PCHS, un ambiente salubre con una microflora caratterizzata stabilmente da bassi livelli di batteri patogeni e resistenze sostanzialmente annullate, è la condizione preliminare per ridurre il rischio di infezioni per i pazienti”